Quando ero ancora un ragazzo, trovai su una bancarella un romanzo: Figlio di uomo, dello scrittore paraguaiano Augusto Roa Bastos. La copertina di quell’edizione italiana mostrava, se ben ricordo, un soldato con una strana uniforme ed il fatto che mio padre, appassionato di storia militare, mi avesse più volte parlato della Guerra del Chaco tra Paraguay e Bolivia, fece sì che io acquistassi quel libro, che poi lessi avidamente.
Non so se esista ancora un’edizione nella nostra lingua di quest’opera, perché vorrei consigliare a tutti questa lettura, purtroppo la mia vecchia edizione di Feltrinelli sembra sparita ormai da tempo, tanto che Hijo de hombre ho dovuto riacquistarlo in lingua originale.
Gran parte della storia, eccettuato i capitoli che si svolgono nel Chaco, ruota intorno a questa cittadina del dipartimento di Paraguarí, nell’immaginario del grande scrittore la stazione di Sapucai veniva distrutta durante una rivoluzione soffocata nel sangue dall’esercito regolare. Niente di tutto questo è accaduto nella realtà, anche in un paese dalla storia turbolenta come il Paraguay, ma l’amore che provo verso questo libro e per l’opera di Roa Bastos, ha fatto si che nell‘ormai lontano 2012, comprassi un biglietto aereo dalla mia Santiago de Chile fino ad Asunción e che, in compagnia di buoni amici, ebbi l’opportunità di coronare uno dei miei sogni letterari e di visitare Sapucai, dopo un viaggio in auto memorabile da Asunción fino a qui, attraverso le strade e i paesaggi di questa meravigliosa e misconosciuta nazione.















“En todas partes, alrededor, se notan todavía los lengüetazos de la metralla, los vagones destrozados, restos de lava negra sobre la tierra roja, coágulos de la erupción. Porque aquello fue realmente como si reventara un volcán bajo los pies de la gente.” Augusto Roa Bastos – Hijo de hombre
Questa terribile descrizione di una scena di guerra, avvenuta nella stazione, è frutto di una straordinaria invenzione narrativa del grande paraguaiano. Nei tanti tumulti e guerre che hanno tormentato questo martoriato paese, non credo che l’esplosione che scosse Sapucai sia mai capitata; nella fantasia dì Roa Bastos, un gruppo di rivoltosi, guidato da un capitano dell’esercito regolare, stava preparando un attacco alla guarnigione di Paraguarí, ma un telegrafista delatore informò il comando che lanciò, sulla linea a binario unico, una locomotiva caricata di esplosivo, che si scontrò con il treno dei rivoltosi proprio all’interno della stazione. Ma sarò sempre grato al grande scrittore per avermi condotto fino a quest’angolo di Paraguay.
Anche se gli eventi narrati nel libro non hanno mai avuto luogo, Sapucai vale comunque la visita, perché si può ammirare ciò che fu la prima linea di trasporto ferroviario del Sudamerica, passeggiare per l’officina ed immaginarla ancora in funzione, oppure passeggiare sul marciapiede della stazione ed immaginare le venditrici strillare ai passeggeri: “chipá caliente que quema los dientes”.
C’è anche l’opportunità di visitare la Villa Inglesa, il quartiere dove abitavano i dipendenti inglesi della società che amministrava la ferrovia. Un sito, Sapucai, ed un paese, il Paraguay, che davvero vale la pena visitare e di cui, grazie all’opera del grande scrittore, ci si può anche innamorare, anche se il Paraguay non è proprio dietro l’angolo e non è proprio vicino al nostro immaginario.
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